Da una lettera scritta da Vincent Van Gogh al fratello Theo nellΓÇÖagosto del 1888, ossia nello stesso periodo a cui risale questo quadro, sappiamo che Paul Gauguin vuole tentare qui la strada della pittura infantile: ΓÇ£Gauguin e Bernard parlano ora di fare della pittura infantileΓÇ¥. Poi aggiunge: ΓÇ£La preferisco alla pittura decadenteΓÇ¥.
Questi cagnolini, col muso dentro una ciotola troppo grande per loro, formano un quadretto grazioso e naïf, dove l'iterazione del numero tre - tre cani, tre coppe, tre mele - funge in un certo senso da ritornello per una filastrocca da bambini. Il disegno è volutamente maldestro: gli oggetti hanno un loro ordine, anche se apparentemente illogico, e le proporzioni non sono affatto rispettate: la prospettiva, le ombre e il modellato cedono il posto a delle semplici forme, sospese per aria. Il 1888 rappresenta un periodo di intensa ricerca per Paul Gauguin. Lavora spesso con Emile Bernard, pittore e pensatore, che lo aiuta a emanciparsi dalle regole ormai troppo rigide dell'impressionismo naturalista. Sensibile alla pittura giapponese, alla tecnica delle vetrate, degli smalti e dell'arte medievale, Bernard ama sperimentare. Lo stile adottato da Gauguin in questo quadro è, in effetti, proprio un'invenzione di Emile Bernard. “Cloisonnisme” o sintetismo è il nome di questa nuova arte dai colori accesi, dalle forme semplici e dai contorni sottolineati.